Salta al menu principale di navigazione Salta al contenuto principale Salta al piè di pagina del sito

Articoli/Articles

V. 13 N. 1 (2022): Giovani, istituzioni e territori

Nuove disuguaglianze nell’era contemporanea: ragazze e STEM

DOI
https://doi.org/10.3280/ess1-2022oa13572
Inviata
30 marzo 2022
Pubblicato
14-06-2022

Abstract

Il fenomeno della segregazione formativa e occupazionale è, ancora oggi, un’emergenza educativa: se da un lato abbiamo assistito, nel corso di decenni, ad una netta trasformazione dell’esperienza femminile in termini di maggiori possibilità e opportunità di istruzione e formazione, persistono aree, in particolare,  quelle STEM, dove il gender gap è più evidente. Tali asimmetrie si fondano sull’esistenza di stereotipi di genere, di pratiche e modelli culturali che tendono a definire e riprodurre opportunità e destini differenziati per donne e uomini. È necessario, quindi, slegare le diverse discipline insegnate, in modo particolare quelle tecnico-scientifico, da connotazioni di genere tendenti ad attribuire, soprattutto alle ragazze, propensioni e capacità sessuate, con l’obiettivo di renderle libere di scegliere il proprio percorso formativo e quindi poi professionale. Il seguente contributo intende analizzare il ruolo dei processi formativi nel generare conoscenze tra i due generi, e se essi comportino persistenza o mutamento, conservazione o innovazione dei ruoli di genere trasmessi e appresi dalle giovani studentesse e il modo in cui queste si approcciano allo studio delle discipline STEM.

Riferimenti bibliografici

  1. Bertin G.M. (1973). Educazione e alienazione. Firenze: La Nuova Italia.
  2. Bock G. (2003). Le donne nella storia europea. Dal medioevo ai giorni nostri. , Roma-Bari: Laterza.
  3. Butler J. (2006). La disfatta del genere. Roma: Meltemi.
  4. Cartabia M. (2007). I diritti in azione. Universalità e pluralismo dei diritti fonda-mentali nelle Corti europee. Bologna: il Mulino.
  5. Buccini F. (2020), L’educazione di genere tra teoria e prassi: itinerari di ricerca per l’infanzia. Education Sciences & Society, 2: 355-356. Doi: 10.3280/ess2-2020oa9485.
  6. Cassano F. V. (2012). Formazione, sviluppo e occupazione: una strategia europea per la crescita sostenibile e inclusiva. A partire dalle donne. In: I. Loiodice, P. Plas, N. Rajadell, (a cura di), Percorsi di genere, Società, cultura, Formazione. Pisa: ETS.
  7. Commissione delle Comunità Europee (2001). Realizzare uno spazio europeo dell’apprendimento permanente. Bruxelles.
  8. Commissione Europea, Europa (2020). Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
  9. Connel R.C. (2009). Questione di genere. Bologna: il Mulino.
  10. Consiglio dell’Unione Europea (2009). Conclusioni del Consiglio del 12 maggio 2009 su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione (“ET 2020”). Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.
  11. Consiglio dell’Unione Europea, (2011). Conclusioni del Consiglio del 7 marzo 2011 sul Patto europeo per la parità di genere (2011-2020). Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.
  12. Consiglio dell’Unione Europea, (2010). Conclusioni del Consiglio dell’11 maggio 2010 sulla dimensione sociale dell'istruzione e della formazione. Gazzetta Uffi-ciale dell’Unione Europea.
  13. Covato C. (2014). Idoli di bontà, Il genere come norma nella storia dell’educazione. Milano: Unicopli.
  14. Dato D. (2012). Il mistero delle donne distanti. Promuovere capacità nel nuovo welfare per le donne. In I. Loiodice, P. Plas, N. Rajadell, (a cura di), Percorsi di genere, Società, cultura, formazione. Pisa: ETS.
  15. Degani P. (2005). Politiche di genere e Nazioni Unite. Il sistema internazionale di promozione e protezione dei diritti umani delle donne. Padova: Cleup.
  16. Del Buono M.R. (2002). Sguardi di genere tra identità e culture, Milano: FrancoAngeli.
  17. Donà A. (2007). Genere e politiche pubbliche. Introduzione alle pari opportunità. Milano: Bruno Mondadori.
  18. Gianini Belotti E. (1937). Dalla parte delle bambine. Milano: Feltrinelli.
  19. Guerrini V (2017). Educazione e differenza di genere, Una ricerca nella scuola primaria. Pisa: ETS.
  20. Lather P. (2000). Getting Smart: Femminist Research and Pedagogy with in the Postmodern, New York: Routledge.
  21. Lipovetsky G. (2000). La terza donna. Il nuovo modelli femminile. Milano: Sperling & Kupfer.
  22. Loiodice I. (2009). Orientamenti. Teorie e pratiche per la formazione permanente, Bari: Il Poligrafo.
  23. Loiodice I. (2014). Formazione di genere. Racconti, immagini, relazioni di persone e famiglie. Milano: FrancoAngeli.
  24. Lopez A.G. (2012). Dall’esclusione all’emancipazione. Per una pedagogia dell’empowerment femminile nella scienza. In Loiodice I., Plas P., Rajadell N. (a cura di), Percorsi di genere. Società, cultura, formazione. Pisa: ETS.
  25. Mapelli B. (2003). Relazioni pedagogiche virtuose e saperi della vita. In Comitato Regionale Di Esperte (a cura di), Trame di lavoro. Strumenti per il meanstreaming e l’empowerment nei processi educativi e formativi. Napoli: Irace Print Service.
  26. Marone F. (2003). La pedagogia della differenza e il pensiero postmoderno. Napoli: Luciano.
  27. Marone F. (2012). Che genere di cittadinanza? Percorsi di educazione ed emancipazione tra passato, presente e futuro. Napoli: Liguori.
  28. Pace R. (2010). Identità e diritti delle donne. Per una cittadinanza di genere nella formazione. Firenze: University Press.
  29. Parlamento Europeo e Consiglio dell’Unione Europea (2006). Raccomandazioni del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 relative a competenze chiave per l’apprendimento permanente. Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.
  30. Sen A. (2000). Lo sviluppo è libertà. Perché non c’è crescita senza democrazia. Milano: Mondadori.
  31. Ulivieri S. (1995), Educare al femminile. Pisa: Edizioni ETS.
  32. Ulivieri S., Pace R. (2016). Il viaggio al femminile come itinerario di formazione identitaria. Milano: FrancoAngeli.

Metriche

Caricamento metriche ...