A partire dal 2011, anno di pubblicazione in Italia del testo di Alain Berthoz sulla semplessità, si è sviluppata un’articolata elaborazione teorica che ha coinvolto parte della comunità scientifica italiana, sollecitando un dibattito inter e transdisciplinare generativo di traiettorie “non lineari” della ricerca in campo educativo. In particolare, la declinazione in ambito didattico della teoria della semplessità, postulando un’idea di insegnamento basata sulla metacognizione, ha indotto a ipotizzare un modello formativo in grado promuovere l’esercizio della “non linearità” in didattica attraverso il ricorso alle proprietà e ai principi semplessi. Sulla scia di tali riflessioni, il lavoro presentato di seguito descrive i risultati di uno studio volto a valutare l’affidabilità di uno strumento di misura del costrutto della semplessità in ambito didattico partendo da una specifica esperienza di ricerca svolta nell’ambito dei corsi di formazione per le attività di sostegno che si sono tenuti presso l’Università di Bergamo nel 2017.