La transizione energetica è stata promossa come una strategia fondamentale per affrontare la crisi climatica e promuovere lo sviluppo sostenibile. Tuttavia, manca una discussione critica sulla distribuzione ineguale di costi e benefici, specialmente nei territori marginalizzati. In questo articolo, analizziamo il caso della Sardegna, in cui le logiche estrattive e speculative della transizione riproducono dinamiche coloniali. Attraverso l’analisi del progetto del Tyrrhenian Link e la risposta di un presidio territoriale anticoloniale, evidenziamo il rischio di trasformare l’isola in una zona di sacrificio per la produzione di energia destinata a centri di potere esterni. Radicate in una prospettiva femminista e anticoloniale, proponiamo una lettura transcalare che collega le politiche europee del Green Deal alle esperienze di resistenza nei territori in lotta.