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Call for paper 168/2024 (1) - Disuguaglianze di genere nel lavoro accademico

17-01-2023

CONTESTO E OBIETTIVI

La disparità di genere nelle carriere accademiche e nella ricerca è un fenomeno globale, anche se le cause e le conseguenze variano nei diversi contesti nazionali. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi decenni e la crescente attenzione prestata al tema, ad esempio in Europa con l'Agenda di Lisbona e la creazione dello Spazio Europeo della ricerca nel 2000, il raggiungimento della parità di genere in vari luoghi di lavoro e professioni, tra cui il mondo accademico, rimane una sfida importante. Mentre le studentesse universitarie ottengono risultati migliori di loro colleghi maschi, la situazione cambia improvvisamente nelle posizioni di post-dottorato e peggiora ulteriormente durante le successive fasi della carriera accademica. In Italia, ad esempio, come in altri paesi, le donne rimangono significativamente sottorappresentate non solo nelle fasi iniziali della carriera, ma anche nelle cattedre ordinarie e nelle posizioni dirigenziali (Checchi, Cicognani e Kulic 2018; Murgia e Poggio 2019; Picardi 2019; Gaiaschi e Musumeci 2020). Questi fenomeni sono noti anche attraverso alcune metafore. La prima è quella del “rubinetto che perde” (leaky pipeline) che indica il processo per cui le donne continuano ad avere più probabilità dei loro colleghi maschi di abbandonare la carriera scientifica. La seconda è quella della “porta di cristallo” (glass door), per cui le donne hanno meno probabilità degli uomini di accedere a posizioni stabili (Picardi 2019). Infine, la terza metafora è quella del “soffitto di cristallo” (glass ceiling) per descrivere quella barriera invisibile che rende più difficile alle donne raggiungere gli stadi più alti della carriera (diventare ordinarie e in generale scalare le posizioni apicali).

Nonostante la crescente femminilizzazione delle professioni accademiche, nelle università persistono ancora ampi divari di genere derivanti da stereotipi di genere e pratiche di disuguaglianza (van den Brink e Benschop 2011). Le più recenti trasformazioni delle istituzioni universitarie, sulla scia della svolta ‘neoliberista’, con la loro enfasi sul merito, sulla produttività, la valutazione delle prestazioni e “l’eccellenza scientifica”, sembrano aver contribuito ad ampliare invece che ridurre divari di genere nell’accademia. Inoltre – come dimostrato ormai da un’ampia letteratura – anche la pandemia da Covid-19 ha contribuito ad esacerbare la disuguaglianza di genere nel mondo accademico, soprattutto per coloro che occupano le posizioni più precarie (King e Frederickson 2020).

Lo scopo di questa sezione monografica è quello di approfondire l’analisi delle disparità di genere nelle carriere accademiche sia nelle discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) che SSH (Social Sciences and Humanities), e sul ruolo che hanno le politiche di parità di genere introdotte e implementate dalle università o da altre istituzioni e organizzazioni che operano nell’ambito della ricerca scientifica nel colmare i divari di genere.  In particolare, il panel è interessato a comprendere: come le differenze di genere e le disuguaglianze di genere vengono (ri)prodotte nelle varie fasi della carriera accademica (reclutamento, mantenimento, avanzamento di carriera) e nelle diverse discipline nel mondo accademico e della ricerca, e come sono collegate ai cambiamenti strutturali e ai fattori culturali che operano a livello individuale, organizzativo e istituzionale (Risman 2004). Inoltre, questo numero monografico è interessato a considerare il ruolo delle politiche e dei programmi pubblici nella promozione del cambiamento e nel rafforzamento dell'equità. Ciò implica sia districare il ruolo dei fattori culturali (es. norme sui ruoli di genere) rispetto alle barriere strutturali (es. regole e pratiche di reclutamento/selezione/valutazione), sia considerare la complessa interazione tra il livello micro (atteggiamenti individuali, preferenze e decisioni), il livello meso (pratiche, culture e processi organizzativi) e il livello macro (gli assetti istituzionali e le normative e politiche nazionali).

 

STATO DELL’ARTE

La disuguaglianza di genere è un fenomeno persistente in tutto il mondo e in ogni ambito socio-economico (OCSE 2017). La sottorappresentazione delle donne nelle professioni accademiche e di ricerca ha suscitato interesse nel mondo scientifico, nonostante il dibattito sugli ostacoli alla piena partecipazione delle donne e sui principali fattori che spiegano la disparità di genere sia ancora aperto. Gli studi discutono se ciò sia dovuto a una palese discriminazione di genere, pregiudizi di genere inconsci, divario di genere nella produttività scientifica o ad altri fattori più o meno visibili o sottili. La letteratura mainstream fornisce due approcci principali per spiegare lo squilibrio di genere nei contesti accademici e di ricerca: spiegazioni dal lato dell'offerta e spiegazioni dal lato della domanda (Carriero e Naldini, 2022).

Secondo le prime, la posizione di svantaggio vissuta dalle donne nel mondo accademico dipende da meccanismi di “autoselezione individuale”. In questo corpus di studi, vengono citate una serie di ragioni diverse per spiegare il divario di genere nella performance scientifica e la posizione di svantaggio della componente femminile nell'avanzamento di carriera. Si ipotizza che le donne possano avere minore fiducia in se stesse, possano essere meno competitive, così come possano presentare livelli inferiori di propensione al rischio, di fiducia e di competitività (Azmat e Petrongolo 2014). Le donne, viene argomentato, potrebbero avere una maggiore preferenza verso la famiglia rispetto agli uomini (Hyde 2005; Croson e Gneezy 2009; Pautasso 2015; Passaretta e Triventi 2021; Weisshaar 2017). Bosak e Sczesny (2008) sostengono che le donne si identificano come meno adatte ai ranghi più alti a causa di una nozione intrinseca che associa le caratteristiche maschili alla leadership. Si suppone quindi che le ricercatrici tendano a comportarsi diversamente dagli uomini, che i meccanismi di autoselezione producano scelte diverse in termini di ambiti disciplinari e di ricerca, di allocazione del tempo tra lavoro e famiglia, tra docenza e ricerca, ma anche in termini di strategie di ricerca e pubblicazione. Come esito di tali processi di autoselezione (individuale), le ricercatrici tenderebbero ad avere un minor livello di produttività rispetto ai loro colleghi uomini (Abramo et al. 2009; Misra et al. 2012; Abramo e D'Angelo 2015; Mairesse e Pezzoni 2015; Nielsen 2016; Jappelli et al.2017; Uhly et al.2017; Filandri e Pasqua 2019; Ooms et al.2019).

Un secondo corpus di studi sul divario di genere nel mondo accademico è quello che possiamo definire “dal lato della domanda”. Questi studi  si fondano sull’idea  che esistano da un lato, pregiudizi di genere da parte delle organizzazioni, che si riflettono su comportamenti discriminatori nelle assunzioni e nelle promozioni, dall’altro sottolineano l’esistenza di barriere culturali e istituzionali, comprese le resistenze contro l'attuazione delle politiche di uguaglianza di genere nelle istituzioni accademiche. Le origini dei pregiudizi di genere possono essere diverse. C'è un “taste bias” quando le donne sono escluse sulla base di pregiudizi e opinioni sessiste (Pollard-Sacks 1999) o convinzioni ideologiche su chi è idoneo per determinate professioni (Witz 1990). Esistono anche barriere culturali più ampie che rivelano pregiudizi e stereotipi di genere persistenti rispetto alla definizione di mascolinità/femminilità nelle procedure di reclutamento, promozioni e avanzamenti di carriera e il modo in cui viene costruita l'"eccellenza" scientifica (Addis, Villa 2003; Addis 2008; den Brink e Benshop 2011). Inoltre, il pregiudizio di genere sembra essere all'opera nella percezione dell’importanza dei vari ambiti del lavoro accademico (Moss-Racusin et al. 2012). Le donne tendono a essere più coinvolte nell'insegnamento rispetto agli uomini, a dedicare più tempo al sostegno degli studenti e a lavori di gestione che offrono meno ricompense sul piano della carriera, un modello noto come “academic housekeeping” (Castaño, Vázquez e Martínez 2019). Tuttavia, nei criteri di valutazione accademica, l’"eccellenza" nella ricerca (vale a dire la produzione scientifica, in termini di numero di pubblicazioni) ha la precedenza sull'insegnamento in tutti i settori scientifici (Garforth e Kerr 2009). Numerosi studi e ricerche stanno affrontando sempre più il ruolo delle politiche di equità di genere per trasformare le disuguaglianze nelle università, così come le resistenze nei confronti dell'implementazione delle politiche da parte di attori che mirano a mantenere lo status quo della diseguaglianza (Lombardo e Bustelo 2021). Questa letteratura ha anche esplorato il ruolo di attori, come quelli legati ai vari femminismi, a livello sia individuale che istituzionale per contrastare tali resistenze e attuare in modo efficace politiche di uguaglianza di genere nelle università (Verge 2021, Tildesley, Lombardo e Verge 2022). La letteratura più recente ha evidenziato l'emergere di nuove disuguaglianze dovute all'affermazione dell'agenda neoliberista e alla conseguente ridefinizione di pratiche e processi organizzativi, tutti processi che hanno importanti implicazioni di genere (Bozzon, Murgia, Poggio 2018, Poggio 2018). Le disuguaglianze di genere nel mondo accademico possono essere influenzate anche dalle opportunità strutturali e normative che caratterizzano i diversi contesti nazionali (come nel caso del sistema di welfare) (Musselin 2005). Infine, un ormai ampio corpus di ricerche condotte durante il Covid-19 ha mostrato come la pandemia abbia avuto un impatto diverso sui percorsi di carriera di studiosi donne e uomini, esacerbando gli squilibri già esistenti (Pereira 2021).

 

AMBITI DI APPROFONDIMENTO

Questa call for paper per la rivista Sociologia del Lavoro (indicizzata in Scopus) è interessata a contributi originali teorici e/o empirici, quantitativi e/o qualitativi, in lingua inglese, che allarghino e approfondiscano la nostra comprensione della disparità di genere nelle carriere universitaria e delle politiche di genere per affrontare tali disuguaglianze. I possibili paper potrebbero includere uno o più dei seguenti argomenti, o temi correlati:

  • Meccanismi e processi che possono spiegare la produzione e la riproduzione delle disuguaglianze di genere nel mondo accademico.
  • Somiglianze e differenze nei percorsi di carriera nelle discipline STEM e SSH.
  • Differenze di genere a livello individuale in termini di aspirazioni, motivazioni, vincoli e strategie per entrare, proseguire o abbandonare la carriera accademica.
  • Pratiche e processi riguardanti il ​​reclutamento, il mantenimento e la promozione all'interno delle istituzioni accademiche (es. Dipartimenti, consigli, commissioni a livello nazionale o locale).
  • L'attuazione e l'impatto delle politiche di uguaglianza di genere nelle università.
  • Il ruolo delle pratiche organizzative e del modello di governance sulle disuguaglianze di genere, anche alla luce dei recenti mutamenti e dell'affermazione dell'agenda neoliberista.
  • Impatto della pandemia di Covid-19 sulle disuguaglianze di genere in ambito accademico, anche in considerazione delle possibili differenze tra gli ambiti disciplinari e delle precarie condizioni di chi lavora nelle università.
  • L'impatto delle politiche del lavoro, dei regimi di welfare e del patrimonio universitario sugli squilibri di genere all'interno del mondo accademico.

 

SCADENZE E TERMINI DI PARTECIPAZIONE

Le proposte di articoli in inglese dovranno essere caricate sulla piattaforma OJS della casa editrice, seguendo le indicazioni sulla pagina web della rivista: http://ojs.francoangeli.it/_ojs/index.php/sl/about/submissions entro e non oltre il 15 settembre 2023.

Le autrici e gli autori devono seguire le istruzioni per inviare gli articoli completi. Gli articoli non devono superare le 8.000 parole e devono rispettare lo stile e gli standard editoriali della rivista: https://www.francoangeli.it/riviste/NR/Sl-norme_IT.pdf 

Non saranno accettati articoli che non rispettino il limite di parole o gli standard stilistici ed editoriali indicati nel presente bando. Gli articoli correttamente formattati inviati tramite la piattaforma online della rivista saranno soggetti a un processo di double-blind peer review.

 

Riferimenti bibliografici

Addis, E. (2008) Genere ed eccellenza, in “La Rivista delle Politiche Sociali” n. 2, pp. 199-230.

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Azmat, G. and Petrongolo, B. (2014) Gender and the labor market: What have we learned from field and lab experiments?, in “Labour Economics” Vol. 30, pp. 32-40.

Bosak, J. and Sczesny, S. (2008) Am I the right candidate? Self-ascribed fit of women and men to a leadership position, in “Sex Roles” Vol. 58, n. 9-10, pp. 682-688.

Bozzon, R., Murgia, A., Poggio, B. (2018) “Gender and precarious careers in academia and research. Macro, meso and micro perspectives” in A. Murgia, B. Poggio (eds.) Gender and Precarious Research Careers: A Comparative Analysis, Routledge, pp. 15-49.

Cariero, R. and Naldini, M (2022) Gender Disparity in Access to Academia in Italy. The barriers to women’s early career stages (with Carriero, R.), in "Polis", 1, pp. 5-32.

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Checchi, D., Cicognani, S. and Kulic, N. (2019) Gender Quotas or Girls’ Networks? Evidence from an Italian Research Selection, in “Work, Employment and Society” Vol. 33, n. 3, pp. 462-482.

Croson, R. and Gneezy, U. (2009) Gender differences in preferences, in “Journal of Economic Literature”, Vol. 47, n. 2, pp. 448-474.

Filandri, M. and Pasqua, S. (2019) “Being good isn’t good enough’: gender discrimination in Italian academia, in “Studies in Higher Education”, pp. 1-19.

Gaiaschi, C. and Musumeci, R. (2020) Just a Matter of Time? Women’s Career Advancement in Neo-Liberal Academia. An Analysis of Recruitment Trends in Italian Universities, in “Social Sciences”, Vol. 9, n. 9, pp. 163.

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Mairesse, J. and Pezzoni, M. (2015) Does gender affect scientific productivity?, in “Revue économique”, Vol. 66, n. 1, pp. 65-113.

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Moss-Racusin, C. A., Dovidio, J. F., Brescoll, V. L., Graham, M. J. and Handelsman, J. (2012) Science faculty’s subtle gender biases favor male students, in “Proceedings of the National Academy of Sciences”, Vol. 109, n. 41, pp. 16474-16479.

Murgia, A. and Poggio, B. (2018) Gender and precarious research careers: A comparative analysis, London, Routledge.

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Risman, B. J. (2004) Gender as a Social Structure: Theory Wrestling with Activism, in “Gender and Society”, Vol. 18, n. 4, pp. 429-450.

Tildesley, R., Lombardo, E. and Verge, T. (2022) Power Struggles in the Implementation of Gender Equality Policies: The Politics of Resistance and Counter-resistance in Universities, in "Politics & Gender". Vol. 18, n. 4, pp. 879-910 Open access, https://doi.org/10.1017/S1743923X21000167

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Verge, T. (2021) Gender equality policy and universities: Feminist strategic alliances to re-gender the curriculum. "Journal of Women, Politics & Policy". Epub. June 2, 2021. 

Weisshaar, K. (2017) Publish and perish? An assessment of gender gaps in promotion to tenure in academia, in “Social Forces”, Vol. 96, n. 2, pp. 529-560.

Witz, A. (1990) Patriarchy and professions: The gendered politics of occupational closure, in “Sociology”, Vol. 24, n. 4, pp. 675-690.