L’obiettivo del presente contributo è quello di analizzare il rapporto tra genere e tecnologie, nel contesto delle smart cities.
La letteratura sul rapporto tra donne e ICT evidenzia un consistente gap tra i sessi. Ciò suggerisce la necessità di superare le persitenti dicotomie alla base delle discriminazioni sessuali che storicamente condizionano la percezione che le donne hanno di se stesse.
In Italia, il digital divide è emerso come una nuova espressione del tradizionale modello socioculturale refrattario ai cambiamenti e capace di relegare le donne ai margini della vita del Paese. I dati italiani più recenti concordano con la letteratura internazionale nel mettere in evidenza un approccio femminile poco
friendly al mondo digitale; ad esempio, la presenza femminile all’interno dei percorsi educativi e professionali dell’area STEM risulta significativamente inferiore a quella maschile.
Pertanto, il contributo presenta i primi risultati di una ricerca condotta con metodi misti e basata sui principi della pedagogia critica femminista, con l’obiettivo di identificare quali significati le donne della città di Napoli attribuiscono a un “approccio orientato al genere” relativamente allo sviluppo tecnologico e sociale all’interno dei contesti urbani.