Nel presente lavoro si intende indagare in chiave pedagogica il contesto politico-culturale relativo ai mutamenti di prospettiva sul tema interculturale a partire da un focus pre e post pandemia. Si considera in quale misura è possibile far leva sullo sviluppo delle competenze interculturali nella ridefinizione dei compiti formativi spettanti a tutti i luoghi di apprendimento della nuova generazione. Si revisionano i concetti di integrazione e inclusione alla luce delle attuali emergenze socioeducative e ci sofferma sul valore del pensiero riflessivo e condiviso quale oggetto privilegiato di un possibile moderno impianto pedagogico. Si considera l’ipotesi di un progetto educativo interculturale rivolto a tutti gli immersi nel mondo digitale e ai portatori virtuali di profili cognitivi e comunicativi distanti dalle modalità simboliche classiche. A tal proposito si riflette su un approccio pedagogico orientato a costruire “identità culturali fluenti” come persone mossa da dinamicità costante verso altre appartenenze culturali. Si ribadisce, inoltre, il ruolo fondamentale della persona in una visione relazionale-collettiva. A tal proposito si richiama il concetto di alterità quale fattore essenziale per costruire trame socioeducative in cui si riconosca sia l’unicità dell’individuo che l’inclusione dell’altro come processi funzionali al raggiungimento di una cultura comunitarista.