L’articolo presenta i risultati di una ricerca empirica che affronta il tema della vulnerabilità dei luoghi nelle prime tre ondate della pandemia da Covid-19 in Italia, discutendo sui fattori territoriali che intervengono nella diffusione del virus. Attraverso una rilettura della letteratura sulla diffusione spaziale epidemica si verifica l’utilità del principio di interazione potenziale per una geografia strategica della salute pubblica, assumendo una prospettiva di public geography. Con riferimento alle diverse probabilità di impatto, si discute sui tipi di interazione spaziale teoricamente possibili, per poi passare alla verifica del modello elaborato con sperimentazione in territori diversi per modalità di interazione e di diffusione. I risultati dell’applicazione ai territori di due regioni italiane (Toscana e Molise) caratterizzate da una diversa organizzazione socio-territoriale e da dinamiche di diffusione differenziate, mostrano come la varietà delle configurazioni territoriali presenti in Italia, caratterizzate da pervasività dell’interazione e da un’articolazione plurima di reti corte e lunghe, condizioni la diffusione epidemica. L’analisi perviene a conclusioni non scontate riguardo alla criticità delle aree periferiche, spesso erroneamente percepite come meno vulnerabili.