Negli ultimi 20 anni, esperienze e pratiche di ricerca etnografica si sono progressivamente affermate nella ricerca geografica fino a diventarne una componente fondamentale. Eppure ‘fare etnografia’ in geografia non è certo né scontato: richiede un adattamento alle esigenze e agli obiettivi della riflessione geografica, ma anche alla complessità del ‘campo’ della ricerca nelle scienze sociali contemporanee. In particolare, i tempi, i luoghi e le forme di un’etnografia thick (Geertz, 1973) sembrano inadatte a confrontarsi con le complessità spazio-temporali delle dinamiche socio-spaziali attuali, con le trasformazioni del campo di ricerca, del soggetto che fa ricerca e del contesto in cui si fa ricerca, ma anche, e più radicalmente, con i limiti derivanti dal retaggio coloniale della ricerca etnografica. Attraverso il riferimento a cinque radicalmente diverse esperienze di ricerca sul campo, l’articolo pone la questione del fare etnografia nella ricerca geografica ed esplora le possibilità di un suo ripensamento critico nella direzione di una positiva e necessaria sottigliezza e superficialità.