
In questo articolo l’autore studia l’esilio e lo sradicamento nell’Eneide di Virgilio.
L’articolo pone l’accento sul mandato conferito a Enea dai genitori Anchise e dalla dea Venere, mentre fugge dalla città in fiamme di Troia in compagnia dei troiani sopravvissuti con l’obiettivo di trovare una terra per la sua gente, una casa che si trovasse nel Lazio, in Italia. Da questi Troiani, molto più tardi, sarebbe nato Romolo, il fondatore di Roma. Il poema dell’Eneide racconta le avventure di questo popolo sradicato, in viaggio attraverso il Mediterraneo, così come le incertezze di Enea, le sue nostalgie, le sue tentazioni, i suoi desideri di rinuncia, di vendetta, l’impatto della sua discesa agli Inferi così come le costose guerre di conquista e, infine, il suo insediamento.
Viene sottolineata l’intimità dei processi psicologici più o meno dolorosi degli sradicati, in particolare i tre momenti del ri-radicamento (raggruppamento, isolamento, falso adattamento e ricorso agli antenati per l’integrazione nel paese ospitante).
Vengono citati passaggi dell’opera per far luce su questi processi ed evidenziare la bellezza del testo. Il testo è raccomandato per professionisti dei gruppi perché i processi che si esaminano presentano profonde analogie con i processi gruppali di apprendimento e clinica e alcuni fondamentali dinamiche esistenziali.