La pandemia da Sars-Cov-2 ha portato importanti cambiamenti all’interno del tessuto sociale, generando una lacerazione dei legami con l’Altro e con l’Istituzione.
Il sistema sanitario è stato costretto a operare una riorganizzazione delle modalità attraverso cui venivano normalmente erogati i servizi. In ambito sociosanitario ciò ha comportato un ripensamento degli strumenti utilizzati, dovuto alla necessità di garantire continuità a interventi che utilizzano la relazione come principale strumento del lavoro clinico. L’obiettivo di quest’articolo è quello di fornire testimonianza di un’esperienza innovativa di riadattamento in modalità online di dispositivi gruppali, privilegiati strumenti di lavoro, impiegati al servizio del lavoro psicoeducativo con adolescenti in carico ai servizi territoriali di una cooperativa sociale di Terzo Settore. Il metro di distanza è stato utilizzato come misura di un’area all’interno della quale sviluppare nuove definizioni del Sé. La configurazione a distanza dell’incontro ha delineato i confini di un nuovo territorio relazionale, le cui potenzialità rimangono inesplorate. La necessità di mantenere vive queste relazioni ha richiesto l’utilizzo di nuovi strumenti, rendendo possibile accedere a modalità di relazione in formato digitale.