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V. 14 N. 2 (2023): Arte, moda e ambiente. Itinerari contemporanei fra paesaggi, curve e dossi epistemologici
Dar voce ai tessuti. Tagliare, scucire e ricucire le storie di cui siamo fatti
Università degli studi di Firenze
Abstract
Il presente contributo pone l’accento sull’intreccio tra arte tessile e narrazione autobiografica come strumento per portare in luce e ri-definire le storie che l’individuo si trova “cucite addosso” a sua stessa insaputa sin dalla nascita (Mancino, 2021) e che rimandano ad un ambiente non solo fisico, ma anche familiare, sociale e culturale.
Viene fatto, in particolare, riferimento ai lavori di Giovanna Del Grande, fiber artist e membro del Gruppo di Ricerca “Trame educative” dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
L’artista da tempo utilizza la metafora tessile in contesti pedagogico-formativi per promuovere e valorizzare la narrazione di sé in soggetti adulti, con un metodo che consiste nel mettere le persone in condizione di dar voce e, al tempo stesso, nuova vita al proprio archivio tessile, ovvero alle stoffe e agli indumenti riposti nell’armadio e non più utilizzati.
Dopo aver illustrato il modo in cui Del Grande invita, nel corso dei suoi workshop, a ricavare da tali archivi tessili dei tessuti cui dare nuova forma e nuova vita attraverso ago, filo e parole, l’articolo pone l’accento sul progetto “Pelle 2”, che tratta della realizzazione di una “tunica narrante”, personalizzabile con immagini, decorazioni e parole che la rendano una vera e propria “autobiografia tessile” e che la fiber artist ha in progetto di sperimentare prossimamente con le detenute impiegate nella sartoria del carcere di Pozzuoli.
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