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Call for Papers Welfare e Ergonomia 2/2024

06-03-2024

Negli ultimi decenni si è registrata una crescente preoccupazione per il peggioramento delle condizioni di vivibilità all’interno degli Istituti penitenziari italiani, in ragione di diversi fattori: l’aumento della popolazione detentiva, che attualmente sfiora le 60mila unità, e il sovraffollamento, che sta tornando ad essere un problema sistemico. Problema sistemico che si caratterizza, tra l’altro, per la fatiscenza dell’edilizia penitenziaria; le scarse condizioni igienico sanitarie in cui versano alcuni Istituti detentivi; la penuria di risorse economiche, professionali e di competenze; il drammatico aumento di episodi di autolesionismo di suicidi; e il clima di violenza nei confronti del personale dell’amministrazione penitenziaria e delle persone detenute. Condizioni più volte denunciate dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, dalle diverse associazioni a tutela de diritti umani e accertate anche dalle Corti nazionali e internazionali, come la CEDU.
Ciò restituisce una realtà molto lontana dal modello costituzionale di esecuzione penale che, costruito sul rispetto della dignità umana, deve tendere alla rieducazione del condannato (art. 27 Cost., III comma) ai fini del reinserimento nella collettività.
Dall’analisi dell’evoluzione normativa e sociale, che ha caratterizzato il sistema penitenziario dal 1975 ad oggi, nonché dalla crescente richiesta di politiche sociali mirate ed effettivamente inclusive, è evidente che quell’“ inveramento del volto costituzionale della pena ” (sentenza della Corte costituzionale n. 10 del 2024) è a oggi non solo una sfida, ma una necessità impellente del sistema democratico e del welfare, che dovrebbe mettere al centro la persona, specie se versa in condizione di particolare debolezza e vulnerabilità.
A fronte di tutto ciò ci sembra sempre più urgente avviare una riflessione pluridisciplinare sulle misure adottate, e quelle adottabili dalle politiche di welfare, che mirino a: far acquisire alle persone detenute una diversa percezione di e di sé con gli altri ; offrire concretamente una seconda occasione di rinserimento sociale alla persona detenuta; ricostruire quel legame di fiducia tra persona detenuta e comunità; trovare modalità di effettivo inserimento lavorativo al fine di garantire in concreto l a pari dignità sociale.
Un’ulteriore riflessione riguarda il riconoscimento dello status di lavoratore . Dal punto di vista lavorativo i dati non sono, infatti, incoraggianti: su una popolazione carceraria di circa 60mila persone, sono meno di 20mila i detenuti occupati. Quest’ultimi hanno: impieghi intramurari di tipo domestico, industriale, artigianale e agricolo; remunerazioni pari ai due terzi di colleghi non detenuti e non godono delle garanzie di quanto stabilito dei contratti collettivi nazionali. Alcune misure recenti potrebbero modificare lo status quo , come la Riforma Cartabia, Decr. Leg islativo 150/2022 e l’Accordo Interistituzionale tra Ministero della Giustizia e CNEL. Studi sociologici e criminologici da tempo evidenziano quanto sia importante investire sulle pratiche di reinserimento e di inclusione sociale per ridurre la recidiva.
Una terza riflessione fa riferimento al persistente stigma che identifica la persona detenuta, o ex, con il reato che ha commesso che appare essere ancora oggi uno dei principali ostacoli che impedisce l’effettivo rinserimento sociale delle persone detenute o ex detenute.

Con questa call si intende raccogliere analisi pluridisciplinari e riflessioni critiche, anche in una prospettiva comparata, con riguardo alla dimensione europea, per raccogliere elementi di studio per una possibile riforma.
A titolo esemplificativo, i contributi potranno riguardare:
- gli aspetti sociosanitari derivanti dal sovraffollamento sia a livello collettivo che individuale;
- l’importanza della cura degli affetti in carcere per raccogliere suggestioni in una prospettiva di riforma;
- la relazione reciproca tra forme di giustizia riparativa e rinserimento sociale;
- l’importanza dei percorsi di istruzione in carcere e di formazione professionale;
- l’analisi delle best practices italiane o europee volti a promuovere la formazione, l’inserimento e l’assunzione lavorativa;
- l’analisi dei modelli tradizionali di welfare e la loro attuazione nei confronti delle persone private della libertà, con attenzione anche ai nuovi modelli o alle policy che riguardano detenuti o ex detenuti;
- l’analisi della normativa e della giurisprudenza in tema di reinserimento sociale lavorativo dei detenuti;
- l’analisi critica del ruolo degli Enti territoriali e delle organizzazioni del privato sociale, del privato nel garantire formazione, inserimento e assunzione lavorativa;
- l’analisi delle best practices territoriali o sperimentati in singoli istituti penitenziari;
- l’analisi dei fattori che portano alla recidiva:
- l’analisi della spesa statale e regionale volta a promuovere percorsi di inserimento sociale e lavorativo;
- il trattamento dei detenuti dimittendi, giunti a fine pena;
- l’impatto delle nuove tecnologie, come l’Intelligenza artificiale, o le neuroscienze sul reinserimento sociale e lavorativo delle persone detenute.

I potenziali autori di questo numero di Welfare & Ergonomia sono invitati a presentare entro il 29 marzo 2024 un abstract di circa 3000 battute (spazi inclusi). E, se accettato, entro il 23 settembre 2024 il contributo
in forma integrale secondo la seguente suddivisione:
- contributi teorici (soggetti a peer review ) di non più di 25.000 caratteri (spazi
- ricerche empiriche (soggette a peer review ) di non più di 25.000 caratteri (spazi
- esperienze pratiche (non referate) non superiori ai 15.000 caratteri (spazi inclusi).

Sono graditi contributi in lingua

Ai fini della valutazione l’ abstract dovrà essere articolato in:
- introduzione al tema trattato;
- frame scientifico entro cui collocare il contributo, ricostruzione del dibattito nazionale e internazionale;
- impianto metodologico adottato e le ipotesi formulate;
- risultati più importanti e innovativi;
- riferimenti bibliografici essenziali.

Indirizzi e-mail per spedire gli abstract
veronica.valenti@unipr.it
alberto.pesce@uniecampus.it
welfarergonomia.rel@irpps.cnr.it

Dopo la comunicazione di accettazione delle proposte da parte del curatore della Rivista, sarà necessaria la registrazione online degli Autori alla pagina web della piattaforma OJS dell’editore Franco Angeli: 

https://ojs.francoangeli.it/_ojs/index.php/we/user/register

A registrazione completata, potranno caricare l’articolo cliccando sul link «Fai una nuova proposta» disponibile nel Cruscotto. Qualora la proposta di saggio non risulti pertinente con i temi della Rivista sarà data comunicazione ai proponenti.