Le città marittime hanno rappresentato sin dall’Unità un fattore fondamentale dello sviluppo dell’economia italiana. Dotata di un territorio povero di risorse naturali necessarie ai moderni cicli industriali, l’Italia ha dovuto far leva in misura significativa sui traffici marittimi per movimentare materie prime e prodotti finiti. Settori strategici hanno così trovato nella localizzazione costiera una condizione imprescindibile per la loro espansione. Tale tendenza ha impattato su diverse realtà urbane, segnandone l’evoluzione. Il porto può essere considerato il fulcro di questa dinamica, poiché intorno a esso sono andate insediandosi — spesso in conseguenza di decisioni politiche — alcune fra le principali aree produttive del Paese, che per questo possono essere definite aree portuali-industriali. Il saggio indaga il modo in cui la storiografia italiana si è misurata con questo tema, provando a fornire un’ipotesi di periodizzazione.