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Tema

N. 1 (2021)

Un gruppo di psicodramma freudiano transizionale in un liceo della periferia romana

DOI
https://doi.org/10.3280/gruoa1-2021oa14021
Inviata
agosto 30, 2021
Pubblicato
2022-07-11

Abstract

Sullo sfondo di una città ridotta al silenzio dalla pandemia, in un liceo nel quale la presenza dei “corpi” è temporalmente contabilizzata, una terapeuta prova a costruire con gli adolescenti un’esperienza che trasformi ciò che resta della classe in gruppo. Tecniche, metodologie e dispositivi, a partire dalla narrazione attorno al nome proprio, portano allo psicodramma analitico, nella consapevolezza della differenza rispetto al lavoro strettamente clinico. L’obiettivo è fare della classe una gruppalità che pensa e comunica, alimentando così il piacere dell’apprendere. Si delinea, in filigrana, la fisionomia di un gruppo, forse sul modello che Anzieu chiama transizionale, che presuppone il rispetto di regole: il silenzio attivo, la sospensione del giudizio, l’ascolto dell’altro. 

Riferimenti bibliografici

  1. Anzieu D. (2009). Ciò che può e non può il gruppo. Gruppi, XXI, 2/2020: 15-27. DOI: 10.3280/gruoa2-2020oa12578.
  2. Cecchetti P., a cura di (2013). Terre contigue: psicoanalisi e educazione. Il ruolo dell’osservazione. Roma: Borla.
  3. Cecchetti P. e Tagliaferri C., a cura di (2018). Analisi incompiute. Roma: Alpes.
  4. Kaës R. (1999). Le teorie psicoanalitiche del gruppo. Roma: Borla.

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