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Saggi

N. 2 (2020)

Ciò che può e non può il gruppo

DOI
https://doi.org/10.3280/gruoa2-2020oa12578
Inviata
settembre 22, 2021
Pubblicato
2021-10-12

Abstract

Presentiamo la traduzione di un testo di Anzieu del 1984, pubblicato nel libro di Kaës Le travail de l’inconscient. In questo testo Anzieu tocca molti aspetti della psicoanalisi di gruppo del suo tempo e ciò permette di cogliere le evoluzioni teoriche e tecniche di questa disciplina. Il saggio si apre con una breve introduzione di Kaës, che evidenzia come il metodo definisce in negativo ciò che non può conoscere, riconoscere e quindi trasformare: proprio questa è la chiave di lettura per approcciarsi e comprendere l’intero scritto. Anzieu apre il testo prendendo in esame l’interazione tra i partecipanti del gruppo, il conduttore e l’osservatore: in base al livello evolutivo il gruppo può reagire con vissuti persecutori o depressivi. I terapeuti devono far attenzione a non idealizzare il gruppo come oggetto totale onnipotente o parziale feticistico, e a non cadere quindi nell’illusione che il gruppo può tutto. L’autore prosegue parlando di diverse tecniche di conduzione di gruppo e delineando possibili scenari interattivi, spesso persecutori e conflittuali, che i gruppi stessi e i loro conduttori mettono inconsciamente in atto con e/o verso le istituzioni in cui sono inseriti. Le istituzioni, a loro volta, posso determinare e condizionare l’esistenza stessa dei gruppi e dei loro destini. Per l’autore diventa fondamentale la creazione temporanea di uno spazio transizionale in cui costruire un apparato psichico gruppale, intermedio tra quello individuale e quello istituzionale, che renda possibile la simbolizzazione, la catarsi e la perlaborazione dei conflitti vissuti tra terapeuta-gruppo-istituzione.

Riferimenti bibliografici

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