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Articoli scientifici

N. 29 (2025)

Percorsi formativi e temi di ricerca: il contributo della tecnologia dell’architettura

DOI
https://doi.org/10.3280/u3q1-2025oa19989
Inviata
24 aprile 2025
Pubblicato
23-10-2025

Abstract

Nell’ottobre del 1969, con l’istituzione nelle Facoltà di Architettura dell’insegnamento della Tecnologia dell’architettura, il nozionismo tecnico espresso dagli “elementi costruttivi” fu messo in crisi dall’indeterminazione dettata dalla téchne nella sua capacità esplorativa e del “sapere perché” che precede il “sapere come”. Fra le varie discipline, la Tecnologia dell’architettura esprimeva un approccio critico ai modi abituali di abitare, prefigurando per il futuro una tecnica capace di legare l’oggettivo delle concrete possibilità tecnologiche con il soggettivo, costituito dalla qualità della vita. La trasformazione dell’impianto didattico fu attuata a partire dalla critica di una concezione progettuale che guardava alle componenti tecnico-costruttive prevalentemente come restituzione della completezza del progetto nei soli materiali da costruzione e nelle componenti esecutive.
Con la Tecnologia dell’architettura emergeva la dimensione ambientale nell’insegnamento dell’Architettura, in cui il nuovo campo disciplinare offriva la base per la riflessione su idee e metodi che, partendo dall’ecologia, inserivano nuovi valori per il progetto secondo un approccio sistemico, capace di guardare alla costruzione dell’habitat attraverso processi complessi e architetture sperimentali.
Gli attuali assetti disciplinari si muovono su una revisione degli approcci di carattere tecnicistico che inducono a sviluppare competenze profonde ma che smarriscono il senso critico sulla tecnica e nelle sue interazioni etiche, ambientali e socioeconomiche. Nella nuova titolazione ministeriale di “Progettazione tecnologica e ambientale dell’architettura”, la disciplina esprime lo slancio verso un pensiero che riesca a governare criticamente le scelte e gli usi della tecnica, attraverso lo sviluppo di filiere centrate sull’apprendimento degli allievi e non sull’erogazione di contenuti, alimentando l’attitudine alla risoluzione di problemi complessi secondo la duplice capacità di contestualizzazione e di astrazione.

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