
Nel Rinascimento la città diventa il riflesso della razionalità e dell'ordine, anche politico. Su scale diverse, a seconda dei singoli luoghi, è quanto accadde nei territori abruzzesi governati da Margherita d'Austria, figlia naturale di Carlo V. Ella si fece promotrice di una logica urbanistica molto chiara, finalizzata al controllo centralizzato e strumento attraverso il quale avviare un più ampio progetto statale che si rifaceva al mito del buon principe rinascimentale. Lo studio che proponiamo cercherà di ricostruire le intenzioni e gli interventi voluti dalla sovrana per riqualificare, dal punto di vista urbanistico, alcuni centri abruzzesi e la città dell'Aquila, di cui Margherita era gover- natrice. Grazie a questa analisi, è possibile osservare episodi rilevanti di trasferimento culturale in scenari che, per decentramento e contesto politico, potrebbero essere stati interamente orientati dal potere femminile, soprattutto se confrontati con i periodi tra- scorsi da Margherita nelle "sue" capitali (L'Aquila, Cittaducale e Ortona).