Il Convegno di Assisi è stato organizzato da un gruppo di donne, analiste, che hanno sentito l’urgenza e il desiderio di riflettere insieme sulle crisi globali della nostra epoca, sollecitate dall’esperienza della pandemia SARS-CoV-19. Di seguito i vissuti delle organizzatrici rispetto ai contributi del Convegno, ma anche all’esperienza così immersiva e totalizzante vissuta ad Assisi, un luogo di certo vivo, magico e simbolico. Ci siamo ritrovati, dopo mesi di isolamento, finalmente in presenza a parlare di pandemia, disastro ambientale, guerre, razzismo, disuguaglianza sociale, insomma del “fondo oscuro della natura umana” direbbe Jung, ma non solo in termini di denuncia passiva di fenomeni, ma soprattutto in una chiave vitale, di speranza, di spazio transizionale di pensiero necessario per una trasformazione personale e collettiva. L’Arca del racconto biblico, immagine scelta per il Convegno, diventa allora veramente la possibilità di sognare insieme aperture nuove di pensiero ed azione, come abbiamo cercato di fare nello spirito del Convegno con tutto il nostro essere. Ecco perché i contributi che seguiranno non saranno solamente un ripercorrere i concetti espressi dai relatori, ma anche e soprattutto i vissuti emotivi delle organizzatrici, quello che sono riuscite a fare proprio e a mettere in circolo.