L’articolo narra l’esperienza di un gruppo di lavoro sulla Baby Observation, costituito da tre allieve e una didatta, all’interno della scuola di formazione in Psicologia Analitica (AIPA). Ciascuna di loro si è trovata, ad un certo punto, a confrontarsi con il momento storico del lockdown, oltre che a livello collettivo, anche nell’esperienza di osservazione del bambino. Il tempo della pandemia e, in particolare, il lockdown hanno reso impossibile l’incontro reale con l’altro, modificando il setting dell’osservazione. Passando dall’osservazione del bambino e della madre all’interno del loro ambiente naturale alla sperimentazione dell’“osservazione in assenza” della diade – attraverso momenti di spaesamento e perdita, come nella fase alchemica della nigredo – si è scoperta la ricchezza dell’incontro con le immagini emergenti dal mondo interno. L’osservazione in assenza del bambino ha generato un’esperienza del tutto inedita, un’opportunità di recuperare la consapevolezza di un’interconnessione profonda, al di là della presenza reale. A distanza di tempo si è sentita la necessità di riguardare insieme e condividere l’esperienza. Anche se conclusa, la realtà psichica di quel percorso ha continuato a scorrere dentro ognuna di loro come materia viva, sia a livello individuale che gruppale.