Il saggio focalizza l’attenzione sulla questione delle opzioni a favore della cittadinanza italiana previste dal Trattato di pace per la popolazione italiana che viveva nei territori annessi alla Jugoslavia. Sulla base delle fonti ex jugoslave disponibili presso gli archivi croati, il saggio propone un approccio diverso rispetto a quello fin qui prodotto dalle storiografie nazionali, vale a dire un’analisi dall’interno del processo decisionale dei vari attori jugoslavi, al fine di esplorarne presupposti, articolazioni, evoluzione e contraddizioni. L’autrice discute la complessiva politica dei “poteri popolari” nei confronti degli italiani, segnata dalla profonda contraddizione fra obiettivi dichiarati e prassi repressiva; analizza l’impatto della crisi del Cominform sul territorio, che prospettò per il regime una nuova emergenza, quando si era da poco conclusa quella legata alla definizione del confine con l’Italia. Nei confronti di questi due fenomeni contemporanei, le autorità jugoslave reagirono con misure repressive e una politica di violenza, che determinarono in larga parte il ricorso alle opzioni da parte della popolazione.