Discutendo con l’analisi di Christof Dipper, Paolo Macry osserva che — se non poche sue osservazioni sono fondate — allo storico tedesco sfugge il carattere in movimento della storiografia contemporaneistica italiana. Fulvio Cammarano aggiunge che alcune questioni di metodo inficiano le analisi di Dipper, a partire dall’assenza di una precisa analisi quantitativa. Vinzia Fiorino, invece, rileva la fondatezza di varie critiche avanzate da Dipper, e rileva non pochi ritardi nella storiografia italiana, a partire da quelli nel campo della storia culturale (concorda, fra l’altro, nel rilevare un notevole squilibrio di genere nel corpo docente). Infine Antonio Bonatesta e Andrea Claudi argomentano che molti dei problemi della storiografia contemporaneistica italiana dipendono da questioni strutturali generali, politiche ed economiche, e propongono una prima analisi quantitativa del corpo docente attuale della contemporaneistica italiana.