In questo lavoro siamo partite da una riflessione rispetto il corso di “Teorie e Metodi dell’Osservazione nei gruppi” per arrivare a capire che cosa significa osservare e formarsi per diventare un osservatore di gruppo. Il gruppo è stato sia oggetto di osservazione, sia strumento di riflessione volto alla co-costruzione di significati condivisi. Per orientare il pensiero è stata utilizzata la griglia osservativa. Si descrive il dispositivo: prima concepito online, a causa delle limitazioni causate dalla pandemia, e poi in presenza; quali vissuti e fantasmi sono stati elicitati dalle due differenti modalità? Si racconta della frustrazione come affetto necessario per passare dall’illusione di un dispositivo ideale, all’accettazione di un dispositivo reale; come bisogno di viversi uniti, coesi e insieme, contro i vissuti di solitudine sperimentati durante il lockdown e la didattica a distanza, e infine come catalizzatore per pensare alla propria identità professionale. Ci siamo poi occupate della solitudine insita nell’osservazione, sentimento necessario per essere un bravo psicoterapeuta perché costringe a fare i conti con i limiti e con il proprio narcisismo. Infine, l’osservazione come atto per svelare e svelarsi; cosa mostro, inevitabilmente e inconsapevolmente, di me?