Il lavoro educativo è una pratica profondamente relazionale che, per sua natura, si dispiega nel quotidiano, assumendo la complessità che contraddistingue la società contemporanea come orizzonte di riferimento. Questo implica l’esigenza di rifuggire da tecniche o metodi standardizzati, per individuare, nella realtà nella quale ci si trova ad operare, la via per accompagnare i soggetti coinvolti ad un cammino di perfezionamento e progettazione esistenziale. Si ritiene che per gli educatori sia, pertanto, fondamentale avviare una costante riflessività nel corso della pratica e sulla pratica, vagliando i propri saperi, i propri gesti, la postura assunta e la propria modalità comunicativa e relazionale.
Gli studi pedagogici si sono soffermati, in modo particolare, sui saperi, sul linguaggio e la parola, mentre resta sullo sfondo la corporeità che ad essi si accompagna. Il contributo intende muovere da una analisi della comunicazione non verbale, con particolare riferimento alla gestualità e al valore dei gesti nel campo professionale. In ambito educativo, la riflessività sui gesti può portare ad un guadagno conoscitivo su più fronti, indagando l’intenzionalità sottesa all’agire professionale. La meta diviene, sul piano teoretico, la delineazione di pratiche formative per un apprendimento riflessivo nel lavoro educativo.
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