
Il contributo si propone di riflettere sui piccoli insediamenti sorti in Età Moderna nella regione del Basso Polesine, in Veneto. In quest'area, il corso del fiume Po ha generato terre che per secoli sono state oggetto di bonifiche e opere di regimentazione delle acque. I centri più importanti del Basso Polesine hanno avuto origine durante il periodo della Repubblica di Venezia: l'interesse di molte famiglie nobili si intensificò a partire dall'inizio del XVII secolo, dopo la deviazione del fiume Po attraverso il Taglio di Porto Viro (1600-1604). Tra il XVII e il XVIII secolo, gli investimenti veneziani nel Delta del Po furono accompagnati dalla costruzione di ville, dette Ca', finalizzate alla gestione del territorio: in alcuni casi attorno a esse sorsero comunità che nel tempo si trasformarono in piccoli centri abitati. Questi luoghi erano collegati a Venezia, dove aveva sede il potere centrale e dove i proprietari continuarono a vivere. Attraverso il ricorso alle fonti e alla cartografia storica, l'articolo propone un'analisi del- l'organizzazione di questa regione, inserita all'interno di una rete ben strutturata che per lungo tempo fece riferimento a Venezia e, dopo la sua caduta, alle ricche famiglie borghesi che ne acquisirono le terre. Solo poche ville si trasformarono in centri urbani: tra gli esempi più interessanti saranno presi in considerazione Porto Viro, formato dal- le località di Donada (famiglia Donà) e Contarina (famiglia Contarini), e Porto Tolle, il cui capoluogo comunale è rappresentato dal villaggio di Ca' Tiepolo.