Call for paper - n. 71/2026
La comunicazione del cambiamento climatico è stata definita “la sfida comunicativa del nostro
secolo” (Priest 2016). Le evidenze scientifiche sulle cause antropogeniche del fenomeno e le
implicazioni per l’abitabilità del pianeta per le specie viventi hanno saturato riviste scientifiche e report istituzionali senza generare ad oggi una preoccupazione pubblica costante né un’azione politica all’altezza di quella che viene riconosciuta una delle principali minacce del nostro tempo (Lynas et
al. 2021; IPCC 2023; WMO 2024).
Il cambiamento climatico non è solo una questione scientifica e ambientale, ma anche profondamente sociale. Lo è nelle sue cause – i sistemi energetici, alimentari e produttivi alla base del regime ecologico del capitalismo (Moore 2016) -, nei suoi effetti - la moltiplicazione delle vulnerabilità e
delle disuguaglianze sociali, che si affianca alla dissoluzione di ecosistemi (De Sherbinin et al. 2019; Gerlak & Greene 2019) - e nelle sue soluzioni, che richiedono volontà politica ma soprattutto una transizione culturale, di immaginario, di metafore, oltre che di tecniche per abitare il mondo (Van Aken 2021).
I media rappresentano il principale canale attraverso cui le persone costruiscono la propria conoscenza sul cambiamento climatico (Carvalho 2010; Schafer & Schlichting 2014; Dudo & Atkinson 2017). Globalmente, la televisione è il principale mezzo di informazione sul cambiamento
climatico, sebbene i social media costituiscano una porta di accesso al fenomeno sempre più frequente soprattutto per i giovani (Newman et al. 2022; Pellegrini 2020). Narrazioni e rappresentazioni del cambiamento climatico sono rintracciabili in molti generi e formati del racconto mediale: dalle serie tv ai quotidiani, dai meme su Instagram ai documentari Netflix, dai podcast ai video su TikTok, dai gruppi Facebook alle pubblicità, alle diverse forme della comunicazione sociale.
Attraverso questi e altri canali, il discorso pubblico attorno al cambiamento climatico ospita informazione e disinformazione, scienza e opinioni, greenwashing e call for action di leader politici, rappresentanti dell’industria fossile, scienziati/e, cittadini/e comuni, attivisti/e, istituzioni, organizzazioni e movimenti sociali.
I mezzi e i modi con cui il cambiamento climatico viene inquadrato nel racconto pubblico - attraverso il linguaggio, le immagini, i suoni, i discorsi e le pratiche comunicative - contribuiscono a plasmare la comprensione e la reazione emotiva dei pubblici favorendone o meno la polarizzazione politica e
il coinvolgimento nell’azione climatica (Whitmarsh et al. 2013). Assodato, infatti, che l’aumento della consapevolezza di cittadine/i sul cambiamento climatico non garantisce automaticamente un mutamento significativo del loro comportamento in termini pro-sociali, appare cruciale il ruolo dei processi di framing (Goffman 1974; Entman 1993; Scheufele 1999; Schäfer & O’Neill 2017) del racconto del cambiamento climatico da parte dei media e di decodifica da parte dei pubblici. Le
persone utilizzano le cornici fornite dai media come scorciatoie interpretative, ma integrano queste rappresentazioni mediatiche con interpretazioni preesistenti, forgiate attraverso l’esperienza personale, l’ideologia, l’identità sociale o le conversazioni con altri (Nisbet 2009).
In riferimento al cambiamento climatico, la ricerca sul framing si è occupata - con approcci
multimodali – di indagare come avviene la negoziazione tra i frame dei media e i frame del pubblico, quali sono i frame dominanti e quelli minoritari nella narrazione mediatica mainstream, nei canali social utilizzati dai movimenti sociali, dai leader politici o dagli influencer della sostenibilità, nella cultura popolare (film, serie tv, documentari, programmi di intrattenimento), nella pubblicità e nella comunicazione sociale, fino a ricerche empiriche volte a valutare l’impatto dell’esposizione di diverse categorie di pubblico a differenti tipi di cornici (DiFrancesco & Young 2011; Nisbet et al. 2013;
Scannell & Gifford, 2013; O’Neill et al. 2015; Wolsko et al. 2016; Bolsen et al., 2018; Spence & Pidgeon 2020; van Eck et al. 2020; Giaccardi et al. 2022; Chen et al. 2023; Guenther et al. 2023; Guenther et al. 2023b).
In Italia, le ricerche in questo ambito sono molto recenti (Beltrame et al. 2013; Ferrucci & Petersen 2018; Belotti & Bussoletti 2022; Imperatore & Frazzetta 2023; Biancalana & Landini 2024; Albanese & Graziano 2024; Osservatorio di Pavia 2024).
Questa call si propone di sistematizzare ed espandere questo campo di indagine esplorando i molteplici modi in cui il cambiamento climatico è mediato nel discorso pubblico e analizzando come i significati attorno a questo fenomeno vengano costruiti, contesi, fatti circolare e recepiti in diversi contesti sociali attraverso i media e le loro pratiche d’uso. Chi sono le principali voci del racconto del cambiamento climatico nell’attuale ecosistema mediale? In che modo inquadrano il fenomeno? In che modo i discorsi dei legacy media vengono affiancati, contestati, riformulati ed evolvono nello spazio digitale? Quali cornici sembrano più efficaci per coinvolgere determinati pubblici? Quali sono i limiti delle narrazioni e delle pratiche mediali in questo ambito? Quali i rischi di una narrazione unica del cambiamento climatico e quali le opportunità di utilizzare determinati frame?
Da questa prospettiva, si invitano Autrici e Autori a presentare articoli originali, fondati su
applicazioni teoriche critiche e approcci empirici sia qualitativi che quantitativi riguardo – ma non limitati – alle seguenti tematiche:
- Strategie di framing nella comunicazione dei cambiamenti climatici e pratiche d’uso dei media in questo ambito.
- Frame dominanti e minoritari nei legacy media e nel discorso pubblico.
- Il ruolo dei social media nel plasmare le narrazioni sul clima.
- Framing degli attivisti e dei contro-movimenti (ad esempio: giustizia climatica, negazionismo, ecoansia).
- Frame della comunicazione istituzionale e della comunicazione sociale.
- Frame dei pubblici.
- Framing nella cultura popolare e nei media audiovisivi.
- La ricezione delle narrazioni mediali del cambiamento climatico.
- La polarizzazione dei pubblici e il ruolo dei frame mediali.
- Strategie discorsive e mediali di coinvolgimento dei pubblici nella questione climatica.
- Innovazioni metodologiche nella ricerca sul framing del cambiamento climatico.
- Frame della crisi climatica e consumi.
- Framing e reframing della crisi climatica nel dibattito politico.
- La costruzione di frame alternativi tra disinformazione, sfiducia, comportamenti radicati e ricerca di conoscenza attraverso pratiche innovative.
Autori e autrici interessati/e a presentare un contributo sono invitati/e a inviare un articolo inedito di max 45.000 battute (spazi inclusi, inclusa la bibliografia), in lingua italiana o in lingua inglese, entro il 30 novembre 2025 alle curatrici del fascicolo all’indirizzo valentina.cappi3@unibo.it e
paola.parmiggiani@unibo.it e per conoscenza alla Direzione (Roberta Bartoletti
roberta.bartoletti2@unibo.it) e alla redazione della Rivista (Stefania Antonioni
stefania.antonioni@uniurb.it).
Autori e Autrici sono invitate/i a contattare le curatrici del fascicolo per una valutazione preliminare della pertinenza dell’articolo che intendono presentare, anticipando un abstract esteso.
Gli articoli dovranno essere contestualmente caricati sulla piattaforma della Rivista unitamente a un
abstract in italiano e in inglese di 600-750 battute e a un profilo dell’autore/ice di 300-500 battute.
Per l’editing dell’articolo, occorre far riferimento alle norme redazionali scaricabili dal sito della rivista: https://static.francoangeli.it/fa-contenuti/riviste/nr/sc-norme.pdf
Nella selezione saranno privilegiate le proposte che propongano un avanzamento della conoscenza ed elementi di innovatività nel dibattito scientifico attuale, in termini teorici, metodologici o di
evidenze empiriche.
Gli articoli saranno sottoposti a referaggio doppio cieco e la pubblicazione sarà subordinata all’esito della valutazione. Saranno pubblicati un massimo di 7 articoli.
Per informazioni:
Comitato editoriale: stefania.antonioni@uniurb.it
Sito https://www.francoangeli.it/riviste/sommario.aspx?IDRivista=52&lingua=IT
Riferimenti bibliografici
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