L’articolo affronta prevalentemente le tematiche della devianza giovanile, magistralmente sviluppate da Renzo Canestrari, sia in una prospettiva di ricerca scientifica che in una prospettiva più propriamente operativa. Seguendo il percorso del prof. Canestrari, rilevabile dalla sua cospicua produzione scientifica, si mette in evidenza l’importanza delle tecniche osservative per la criminologia e le loro implicazioni teoriche affinché il loro impiego sia riconosciuto come sempre maggiormente valido e scientificamente sorvegliato. L’autore si sofferma poi ad analizzare il pensiero di Renzo Canestrari, evidenziando come la dimensione personale e quella sociale siano, nell’opera del Maestro, gli elementi imprescindibili per interpretare e prevenire la devianza giovanile in un’ottica di educazione integrale.